22 novembre 2025: Un fiore per Vito. Per una scuola sicura, giusta, viva
X Giornata nazionale per la sicurezza scolastica
Il 22 novembre 2025, in occasione della X Giornata nazionale per la sicurezza scolastica, ci ritroveremo uniti nel ricordo di Vito Scafidi, studente del liceo Darwin di Rivoli, vittima nel 2008 del crollo del controsoffitto della sua aula.
Un evento che, ancora oggi, interroga le coscienze e richiama l’urgenza di azioni concrete per garantire la sicurezza degli spazi educativi e formativi, intesa anche come corresponsabilità collettiva e culturale.
Da anni, ACMOS, Benvenuti in Italia e Libera Piemonte, insieme alla famiglia di Vito e attraverso il Fondo Vito Scafidi, denunciano la sottovalutazione di un problema strutturale: la mancanza di attenzione e investimenti per la scuola pubblica.
Alcuni traguardi sono stati raggiunti — come l’istituzione della Giornata nazionale o la possibilità di destinare l’8 per mille all’edilizia scolastica — ma non sono sufficienti.
Per questo, anche quest’anno, a Torino, ci mobilitiamo per sostenere una visione della sicurezza fondata sull’educazione pubblica, sull’equità, sul diritto ad apprendere in ambienti sani e sicuri.
Lunedì 17 novembre, ore 10.00, Liceo Darwin di Rivoli
Incontro pubblico con istituzioni, studenti e società civile, per rilanciare l’urgenza di un piano nazionale per una scuola pubblica sicura, accessibile e inclusiva
Sabato 22 novembre, ore 15.00, Giardini Vito Scafidi
Commemorazione in ricordo di Vito Scafidi, attività laboratoriali e ludiche per famiglie, bambini e bambine, per costruire insieme una cultura della sicurezza come condizione di benessere collettivo, non solo fisica ma anche sociale, educativa e culturale

L’evento del 22 novembre è inserito nell’ambito del progetto “Goal in rete” con il finanziamento concesso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a valere sul Fondo per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’art. 72 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117
Sicurezza scolastica: a che punto siamo oggi?
Il Rapporto dell’ “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” di Cittadinanzattiva, e il Rapporto “Ecosistema Scuola” di Legambiente, restituiscono un quadro allarmante: 71 crolli nell’anno scolastico 2024/2025, in aumento rispetto all’anno precedente; 78.365 infortuni tra studenti nel 2024, con una crescita di oltre 7.000 casi rispetto all’anno precedente (dati INAIL); la metà degli edifici scolastici ha più di 60 anni e il 49% è stato costruito prima del 1976, anno dell’introduzione della normativa antisismica; su 60.030 sedi, ben 27.744 (46%) si trovano in zone sismiche ad alta pericolosità, ma solo il 4% ha subito interventi di adeguamento; ben 1 scuola su 5 non ha redatto o comunicato il DVR e il piano di evacuazione.
Inoltre secondo l’ONA (2021), 2.292 edifici scolastici hanno ancora la presenza di amianto, esponendo circa 356.900 studenti e 50.000 lavoratori. Il rischio non riguarda solo le coperture esterne, ma anche impianti, pavimenti e materiali interni. Gravi anche le mancanze di agibilità (59%), prevenzione incendi (58%) e collaudi statici (42%). Per quanto riguarda l’accessibilità il Rapporto Istat 2023–2024 evidenzia che solo il 41% delle scuole è accessibile a studenti con disabilità motoria.
A questo si sommano i rischi ambientali e gli effetti della crisi climatica: ad oggi mancano dati aggregati specifici per le scuole, ma il quadro territoriale nazionale è preoccupante. Solo il 16% degli edifici ha beneficiato di interventi di efficientamento energetico. Circa il 66,6% degli edifici scolastici rientra nelle classi energetiche E, F, G. Le energie rinnovabili coprono appena il 21% degli edifici.
Priorità rovesciate: meno scuola, più armi. Quale sicurezza in Italia?
Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione delle risorse pubbliche. Mentre l’investimento nell’istruzione resta basso e cronicamente insufficiente, cresce in modo significativo la spesa militare e per nuovi armamenti, giustificata da una narrazione securitaria che anche nel campo della cultura e dell’educazione antepone il controllo repressivo alla prevenzione, la forza alla cura.
Qualche dato significativo? L’Italia investe solo il 3,9% del PIL in istruzione, circa 76 miliardi (media OCSE: 4,7%); solo il 7,3% della spesa pubblica è destinato alla scuola (media UE: 9,6%); la spesa per studente in rapporto al Pil pro capite è calata dal 23% nel 2000 a meno del 20% nel 2023.
(fonti: OCSE; “Investing in Education 2025” della Commissione europea)
Le spese militari sono in progressivo e significativo aumento: oltre 31 miliardi previsti per il 2025 (+7,24% rispetto al 2024) e, di questi, 13 miliardi sono destinati a nuovi sistemi d’arma (+77% in 5 anni). In alcune elaborazioni estese, considerando voci aggiuntive esterne al bilancio tradizionale del Ministero della Difesa, questa cifra complessiva può salire a 32.023 miliardi, con un incremento “ampio” stimato in +3,5 miliardi (pari a +12,4 %) rispetto al 2024.
(fonti: Bilancio del Ministero della Difesa; Osservatorio Milex)
22 novembre: un impegno vivo, non solo un ricordo
I numeri parlano chiaro: la scuola non è considerata un’infrastruttura strategica. Si rafforza invece una visione della sicurezza, anche nel campo dell’educazione, legata al controllo e alla forza, anziché alla prevenzione, all’inclusione e alla giustizia sociale. Crediamo invece che la vera sicurezza di un Paese si costruisca con cura, formazione, spazi dignitosi e accessibili, con investimenti adeguati e strutturali, con il coinvolgimento e la corresponsabilità di tutti i soggetti della scuola e in particolare di studenti e studentesse. Chiediamo per questo che si investano più fondi strutturali, oltre il PNRR, secondo le indicazioni dell’Osservatorio Nazionale dell’Edilizia Scolastica; che ci sia un aggiornamento costante dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, includendo asili nido e università; che venga riconvocato l’Osservatorio nazionale, attualmente inattivo. In memoria di Vito Scafidi, questa giornata diventa occasione di mobilitazione collettiva.